La crisi idrica in Madagascar

La crisi idrica in Madagascar

Nella prima metà del 2021 si sono verificati episodi di siccità in tutto il mondo, dagli USA al Brasile, causati da un aumento dell’utilizzo domestico e agricolo dell’acqua e della diminuzione delle piogge annuali. Uno dei territori più colpiti è il Madagascar, la cui situazione sta peggiorando di anno in anno a causa delle piogge sempre meno frequenti e di continue invasioni di cavallette. Secondo un report di ReliefWeb, la situazione è particolarmente grave nel Sud del paese, che non si trovava in un periodo di siccità così grave dal 1981.

 

 

La crisi idrica sta diventando centrale non solo per l’idratazione del paese. Shelley Thakral del World Food Program ha riassunto così le sue conseguenze: “Niente acqua significa: niente educazione. Niente cibo. Entro il 2022 più di un milione di bambini soffriranno di casi acuti di malnutrizione.”

Il Madagascar non è impreparato a frequenti siccità, a causa del fenomeno climatico El Niño, un surriscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale che crea forti crisi agricole e perdite di piantagioni e raccolti, soprattutto nella parte meridionale del paese. L’arrivo di El Niño nel 2017 ha lasciato quasi 1 milione di persone in forte insicurezza alimentare, e il fenomeno si è replicato ogni anno.

Però, sommato a quella che le Nazioni Unite hanno chiamato la prima “carestia causata dal surriscaldamento globale”, il Madagascar si trova in un momento di grande crisi: circa 30mila persone si trovano già al Livello 5 di insicurezza alimentare, il più alto riconosciuto dalle organizzazioni mondiali.

A oggi, in Madagascar il 40% della popolazione non ha accesso a fonti idriche non contaminate, e questo numero rischia di aumentare se non sarà creato un piano a lungo termine della gestione delle risorse idriche, per assicurare un accesso continuativo e sicuro all’acqua sia per uso personale che per uso agricolo, in previsione di future carestie.

La carestia in Madagascar dettata dal cambiamento climatico però non è l’unica al mondo, e secondo Franziska Gaupp dell’International Institute for Applied Systems Analysis a Laxenburg, in Austria: “La probabilità di siccità simultanea in più regioni è in aumento. Le perdite di raccolto simultanee nelle principali regioni di produzione possono causare picchi di prezzo e avere effetti a cascata su accesso al cibo, carestie e rivolte per il cibo”.

Per questo motivo, la gestione di risorse idriche avanzate e sul lungo periodo è necessaria a livello internazionale, non per “tappare un buco” ma per poter assicurare la tranquillità personale ed economica di milioni di persone anche di fronte a eventi come questi, sempre più frequenti.