Quarto appuntamento con Metamorfosi (qua il terzo) stesso tema, la trasformazione, ma nuova città! Siamo infatti andati da Zoo a Bologna per incontrare Rebecca e farci raccontare come questo spazio unisca il cibo alle arti illustrative, e non solo.
Innanzitutto come nasce Zoo?
Zoo nasce dall’idea che io e le mie socie Lucia ed Enrica abbiamo avuto, anni fa, di creare uno spazio comune dove ognuna di noi potesse svolgere le sue attività professionali e creative autogestendosi… proveniamo tutte dal mondo della grafica, del design e delle arti illustrative, e l’idea ci sembrava interessante. La ricerca dello spazio fisico dove realizzarla è durata un po’, e in quel lasso di tempo abbiamo strutturato meglio il progetto fino a farlo diventare quello che è oggi: un luogo di libero svago dove ognuno può sentirsi a suo agio tra buon cibo, musica, libri, opere di arte illustrativa e di design. Anche per quanto riguarda le persone che lavorano qui, non so come spiegarti, siamo tutti una grande famiglia! Far stare bene chi entra nel nostro spazio non è una missione rivolta solo ai nostri clienti, ma a chiunque voglia viverlo, a prescindere dal proprio ruolo.
Quando sono entrato qua la prima cosa che ho notato sono stati i numerosi quadri appesi, potresti dirmi di più in merito?
Tutti i quadri che vedi esposti sono di artisti che hanno tenuto delle mostre qua. Non sono semplicemente degli oggetti di arredo, infatti sono tutti acquistabili. Puoi entrare qua dentro, sederti, fare uno spuntino, e se un’opera che vedi esposta ti piace particolarmente, comprarla. Questo aspetto è molto importante per noi in quanto Zoo non vuole significare solo buon cibo e svago, ma essere anche veicolo di cultura e di arti letterarie, figurative e illustrative. Abbiamo ospitato diverse mostre di illustratori come Olimpia Zagnoli, Camilla Falsini, Beatrice Allemagna, Bomboland e tanti altri. Quel trittico che vedi là è proprio di Olimpia e proviene da una delle sue prime mostre. Ma non esponiamo solo quadri, come puoi vedere abbiamo un angolo dedicato alla letteratura, uno a giochi per bambini, e questa casetta…
In effetti mi stavo proprio chiedendo quale fosse il suo scopo…
È una specie di pop-up store in cui periodicamente esponiamo e vendiamo le opere di un determinato artista. In questo caso non esponiamo solo illustrazioni, ma anche oggetti legati al mondo del design e della graphic art, come magliette, quaderni… diciamo che quello che è in vendita dipende molto dal catalogo dell’artista in questione e da quello che produce… per farti un esempio, abbiamo esposto per un mese le opere di Pollaz, una ragazza di Verona che è sì illustratrice, ma fa anche t-shirt, foulards, copricuscini. L’idea di base è quella di tenere le opere e gli oggetti in esposizione qua per un certo periodo e poi cambiare artista, così da creare un piccolo spazio in continua trasformazione. Per noi sarebbe il massimo avere gli artisti stessi dentro alla casetta a parlare dei propri lavori ai visitatori; un modo sicuramente efficace non solo per promuovere l’arte in generale, ma anche per azzerare la distanza tra artista e fruitore.
E oltre a mostre d’arte fate altri tipi di eventi?
C’è stato un momento in cui facevamo concerti con frequenza, perlopiù di piccole band indipendenti. Ora stiamo ricominciando grazie alla collaborazione con Portico, un collettivo nato da Marta Fantin dell’etichetta Factory Flaws e Andrea Guagneli, con l’obiettivo di promuovere musica indipendente. Si sta instaurando un bel rapporto tra le nostre realtà, ci aiutano a promuovere la cultura in più forme, il che è sempre stato non solo nostro obiettivo, ma anche nostra cifra stilistica. Cerchiamo di fare ciò anche creando diversi workshop. Per esempio, all’inizio pensavamo molto anche all’educazione e all’introduzione dei bambini al mondo dell’arte, aspetto importantissimo a cui oggi non si pensa tanto. Col tempo però le iniziative in questo ambito sono scemate… ci siamo concentrate sempre di più sull’aspetto di arte e food, lasciando in disparte la nostra vena pedagogica. In Italia è difficile comunicare la formula di questo posto, che è sì ristorante, ma anche spazio espositivo, negozio di opere d’arte… non è facile far capire alle persone che la funzionalità di Zoo è multiforme, proprio come noi, proprio come l’arte.
Riguardo al futuro, avete qualche progetto in ballo per i prossimi mesi?
Guarda, come ti dicevo prima siamo in contatto con i ragazzi di Portico, stiamo provando a creare una piccola stagione di concerti. Inoltre è da poco arrivata nell’edificio qua accanto una radio indipendente, Neu-radio, con cui siamo già entrati in contatto sperando di riuscire a creare delle piccole situazioni musicali qua nel nostro spazio. Per “situazioni musicali” intendo creare, magari periodicamente, un piccolo corner della radio all’interno di Zoo da dove i ragazzi della radio possano trasmettere musica direttamente in negozio. Mi sembra un progetto dal potenziale interessante, portato avanti da grandi appassionati di musica che spaziano tra tanti generi, con un occhio di riguardo per l’universo indie. In questo periodo so che stanno producendo dei podcast, magari appena avranno finito potremo cominciare a pensare a questo tipo di collaborazione, sarebbe fantastico!